QUALITA’ E COMPETENZE DELLO PSICOTERAPEUTA: UNA CHECK-LIST

di Andrea Bonacchi

Ogni psicoterapeuta arriva alla propria pratica clinica portando con sé un articolato percorso di formazione che si sviluppa nel tempo, intrecciando studi teorici, esperienze pratiche e una continua riflessione personale. Non si tratta semplicemente di un iter accademico, ma di un processo complesso e stratificato che implica l’acquisizione di competenze scientifiche, relazionali ed etiche. La formazione in psicoterapia, infatti, richiede una solida base in psicologia o medicina, alla quale si aggiunge una specializzazione quadriennale riconosciuta, durante la quale il professionista entra in contatto con modelli teorici specifici – psicoanalitici, cognitivo-comportamentali, sistemici, umanistici o integrati – che influenzeranno il suo stile terapeutico.

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ASCOLTO PROFONDO NELLE RELAZIONI DI AIUTO

di Andrea Bonacchi

Ascoltare in modo profondo

Ascolto profondo” significa prestare una completa attenzione all’altro e al suo racconto. Non solo quindi al racconto dell’altro ma all’altro nella sua interezza, di cui il racconto verbale è una manifestazione.
L’ascolto è “profondo” quando si fonda su disponibilità, accoglienza, non giudizio e non critica, attenzione concentrata, capacità di dimorare con calma nel silenzio, ascolto di sè.
L’ascolto profondo è molto importante per ognuno nella conoscenza e comprensione di sé e per realizzare incontri con gli altri positivi e intimi.
Nelle relazioni d’aiuto (volontari, insegnanti, educatori, infermieri, assistenti sociali, counsellor, psicologi, psicoterapeuti, medici, ostetriche, fisioterapisti, etc) saper offrire un ascolto profondo è una competenza fondamentale.
L’ascolto profondo è un atteggiamento di fondo (anche in questo senso “profondo”) attraverso il quale stabiliamo una relazione;  non è solo uno dei vari interventi che si utilizzano nella cornice di una relazione d’aiuto, quali le domande, gli inviti ad elaborare, le riformulazioni o le interpretazioni. È molto di più che rimanere in silenzio ad ascoltare l’altro che ci parla e si racconta.

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PSICOTERAPIA E GUARIGIONE

di Andrea Bonacchi

LA GUARIGIONE COME PROCESSO

 I concetti di salute, malattia e guarigione sono strettamente legati tra loro e dipendenti dal punto di vista in cui ci poniamo.

La parola “malattia”, indica una “anomalia fisica o psichica che fa soffrire un individuo”. Le manifestazioni soggettive di malattia vengono chiamate “sintomi” mentre le manifestazioni oggettive sono dette “segni”.

Per molto tempo, nel campo della medicina, si è intesa la “salute” come l’“assenza di malattia” e delle relative manifestazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha radicalmente modificato la prospettiva definendo nel 1948 la “salute” come uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia o infermità”. E’ molto difficile però trovare persone che siano in uno stato di “completo” benessere al tempo stesso fisico, psichico e sociale. Si tratta chiaramente di una definizione dello stato ideale di salute, una situazione che costituisce un obiettivo da raggiungere, una meta cui tendere. Nella nostra esperienza quotidiana ognuno valuta la propria salute come ottima, buona, media o cattiva riferendosi, più che ad una condizione ideale, alla media della popolazione della stessa epoca, localizzazione geografica, collocazione socio-politica, dello stesso sesso, età ecc. Criteri di valutazione molto importanti sono anche la propria storia, la percezione soggettiva, le convinzioni e le aspettative personali.

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LA “DANZA EMPATICA” – INCONTRO E SEPARAZIONE SUL PIANO EMOTIVO IN PSICOTERAPIA

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