Il PIANO TERAPEUTICO in Psicoterapia Psicosintetica Basata sulle Subpersonalità (SBPT)

di Andrea Bonacchi

Il piano terapeutico: introduzione e aspetti generali

Il piano terapeutico in psicoterapia è il progetto, generale, orientativo e continuamente dinamico, di come si prevede possa svolgersi il percorso psicoterapeutico; viene elaborato dal terapeuta mettendo a fuoco obiettivi, strategie, metodi, fasi e tempi dell’intervento in relazione alle caratteristiche, ai bisogni e alle richieste del paziente.
Si tratta di uno strumento fondamentale per strutturare, guidare e valutare l’intervento clinico.
Ha la caratteristica fondamentale di essere flessibile e dinamico ovvero di adattarsi nel tempo in funzione dei cambiamenti clinici e del processo terapeutico.

John C. Norcross e Bruce E. Wampold, psicologi clinici statunitensi, hanno affermato: “Un piano terapeutico efficace è il frutto di un dialogo tra teoria, dati clinici ed esperienza soggettiva del paziente.” (Norcross & Wampold 2011, Evidence-based therapy relationships: research conclusions and clinical practices, Psychotherapy, 48(1), 98–102)
Si tratta di una affermazione che in modo molto incisivo evidenzia i tre aspetti che maggiormente, integrandosi, possono portare lo psicoterapeuta a formulare un piano terapeutico individualizzato:

  1. Teoria: ogni psicologo clinico ha un modello teorico espressione della sua formazione e delle sue esperienze maturate. Essersi formati secondo alcuni modelli teorici o avere elaborato, sulla base delle proprie esperienze, una specifica visione teorica porta ad avere una certa idea di quali possono essere gli obiettivi di una psicoterapia, le strategie e i metodi che si sente di padroneggiare, le fasi e i tempi che caratterizzano un intervento.
  2. Dati clinici: fin dalla prima seduta, lo psicoterapeuta raccoglie e registra una serie di informazioni rilevanti sulla vita del paziente, sui suoi sintomi, sulle sue relazioni e sul contesto in cui vive. Nell’ambito del percorso terapeutico, queste informazioni assumono il valore di dati clinici, ovvero elementi significativi per comprendere la sofferenza del paziente e orientare il trattamento.
    La raccolta avviene tramite il colloquio clinico, interviste semistrutturate, test psicologici e questionari.
    Questi dati, costituiscono una base fondamentale per progettare l’intervento terapeutico, anche quando non direttamente legati a una diagnosi in senso nosografico.
  3. Esperienza soggettiva del paziente: con questi termini si fa riferimento ai molteplici aspetti riguardanti il paziente, la sua soggettività, la sua unicità (desideri e obiettivi del paziente, tempi e modi congeniali per procedere nel percorso terapeutico, resistenze, risorse psicologiche, relazionali, economiche da mettere a disposizione…).

Ogni piano terapeutico è espressione, in maniera variabile, di queste tre dimensioni.

Valutazione degli obiettivi nella individuazione del piano terapeutico

Sebbene esistano numerosi approcci terapeutici (quali ad esempio: cognitivo-comportamentale, psicodinamico, sistemico-relazionale, umanistico-esistenziale, terapie integrative come ACT etc.), gli obiettivi generali della psicoterapia tendono a convergere verso finalità comuni; queste includono:

  1. Riduzione dei sintomi psicopatologici. Obiettivo primario di molti percorsi terapeutici è l’alleviamento dei sintomi quali ad esempio: ansia, depressione, fobie, ossessioni, compulsioni o disturbi psicosomatici.
  2. Miglioramento del funzionamento globale. Con le parole “funzionamento globale” ci si riferisce al livello di efficacia, autonomia e coerenza che un individuo riesce a vivere ed esprimere in alcuni ambiti principali della vita: sociale (qualità delle relazioni interpersonali, capacità di stabilire legami affettivi stabili, gestione di dinamiche familiari e sociali), lavorativo/scolastico (capacità di mantenere un lavoro o un percorso di studi, gestione degli impegni e delle responsabilità, adattamento alle richieste ambientali), autonomia personale, (cura di sé – ad esempio nell’ alimentazione, igiene, organizzazione della vita quotidiana-capacità decisionali e senso di responsabilità, regolazione del comportamento), emotivo (capacità di riconoscere, esprimere e modulare le emozioni, controllo degli impulsi, adattamento a situazioni stressanti) e cognitivo (orientamento spazio-temporale, coerenza del pensiero, esame di realtà).
    In psicoterapia si mira a favorire un miglioramento del funzionamento globale nelle sue varie dimensioni e dell’adattamento della persona nei contesti familiare, lavorativo e sociale.
  3. Sviluppo della consapevolezza di sé (insight). In molte psicoterapie è fondamentale aiutare il paziente a prendere coscienza dei propri processi interni, schemi ricorrenti e modalità relazionali disfunzionali.
  4. Cambiamento comportamentale. In approcci come la terapia cognitivo-comportamentale, si lavora su pensieri automatici, distorsioni cognitive e schemi disfunzionali per promuovere comportamenti più adattivi.
  5. Miglioramento dell’autoregolazione emotiva. L’obiettivo è sviluppare la capacità di riconoscere, tollerare, esprimere e modulare le emozioni.
  6. Sviluppo dell’autoefficacia e dell’autonomia. Il percorso terapeutico mira a rendere il paziente sempre più capace di fronteggiare difficoltà in autonomia.
  7. Prevenzione delle ricadute. Un obiettivo fondamentale è evitare che il paziente ricada in stati di sofferenza simili in futuro e che si ricollochi in situazioni che potrebbero fare ricomparire sintomi e disturbi.

Ogni approccio terapeutico declina in modo peculiare e specifico alcuni obiettivi della psicoterapia; in psicoterapia psicosintetica obiettivi specifici che possiamo riconoscere in aggiunta a quelli generali sopra indicati possono essere:

  1. Coltivare l’esperienza della “centratura”. Aspetto fondamentale dei percorsi terapeutici psicosintetici è coltivare la capacità di mettere al centro della nostra vita, del nostro modo di essere (con noi stessi, nelle relazioni, nei comportamenti, nelle scelte etc) consapevolezza, volontà e benevolenza.
  2. Sviluppare il senso della “direzione” della propria vita: Una buona parte del nostro benessere dipende dal conoscere e rispettare i nostri valori, i nostri bisogni, i nostri talenti e dal trovare un equilibrio tra queste diverse spinte motivazionali. Per questo un obiettivo importante del percorso di terapia psicosintetica consiste nello sviluppo da parte del paziente della capacità di usare efficacemente l’energia motivazionale dei valori, bisogni e talenti.
  3. Sviluppare una personalità matura ed efficace (“maturità”). Un individuo ha una personalità matura ed efficace quando possiede un insieme di qualità e capacità che gli permettono di esprimere sé stesso e le proprie potenzialità, di riconoscere e di gratificare i propri bisogni, di riconoscersi e spendersi per i propri valori e significati, di prendersi cura delle proprie ferite interiori e della sofferenza della vita. Le capacità e competenze che rendono una persona matura e saggia sono diverse e includono ad esempio: una buona conoscenza di sé stessi, del mondo, della vita; una rappresentazione lucida di sé stessi e della propria storia; un senso di identità chiaro e stabile; la capacità di dirigere le proprie energie (aggressive, sessuali, creative etc.); un certo grado di padronanza sulle proprie funzioni psichiche (pensiero, emotività, immaginazione, intuizione etc.); la capacità di gestire i propri conflitti e di effettuare scelte; un senso di libertà e di responsabilità; forza per affrontare le difficoltà e le sofferenze, capacità di accogliere e accettare i dolori, i limiti ed i misteri della vita; un significato della vita che dia senso all’esserci; la capacità di riconoscere e gestire le proprie paure; il saper imparare dalla propria rabbia; la capacità di stabilire e mantenere relazioni interpersonali significative e soddisfacenti; un efficace stile comunicativo; la presenza di qualità personali quali fiducia, creatività, sensibilità, gentilezza etc.
    Lo sviluppo di qualità e competenze è un ambito sul quale le psicoterapie psicosintetiche mettono un’attenzione costante. Durante tutto il percorso il terapeuta aiuta il paziente a mettere a fuoco le qualità e le competenze utili per il cambiamento e per sviluppare un maggior grado di benessere. Inoltre durante una psicoterapia psicosintetica un paziente ha l’occasione di apprendere strategie e tecniche che potrà continuare a utilizzare anche dopo la fine della terapia per coltivare i semi di qualità e competenze che porta in sé.
  4. Coltivare l’impegno in azioni che arricchiscono la vita (“vitalità”). Per ogni persona, impegnarsi in azioni che arricchiscono la vita (di potenzialità ed esperienze positive, di passione, di significato, di incontri e relazioni, di emozioni positive, di autostima e auto-apprezzamento etc.) e che sono coerenti con i propri valori e progetti evolutivi nutre il benessere e in particolare la vitalità. La psicoterapia aiuta il paziente a comprendere che se vuole stare meglio e crescere è chiamato a riconoscere e coltivare questo tipo di azioni.

In Psicoterapia Psicosintetica Basata sulle Subpersonalità (SBPT) vi sono altri obiettivi, specifici del metodo:

  1. Identificare e descrivere le subpersonalità. Nella SBPT si introducono le subpersonalità come aspetti costitutivi della personalità di ognuno e si aiuta il paziente a identificarne durante il percorso il maggior numero possibile.
  2. Identificare le subpersonalità egemoni e quelle poco espresse e marginalizzate
  3. Riconoscere e rinforzare l’Io-Regista, ovvero le nostre capacità di essere consapevoli, volitivi, benevolenti
  4. Attivare un dialogo tra subpersonalità e tra Io-regista e subpersonalità
  5. Elaborare un progetto espressivo delle SP che sia espressione dei valori, bisogni e talenti della persona.
  6. Identificare le subpersonalità che causano sofferenza e imparare a prendersene cura

Nella elaborazione del piano terapeutico è molto importante tenere presente l’esperienza soggettiva del paziente; questo si declina, per quanto riguarda gli obiettivi, nella cura che il terapeuta può porre nella rilevazione degli scopi e dei fini del percorso riconosciuti dal paziente e da lui percepiti come prioritari.
Può essere utile impiegare appositi questionari anche molto sintetici per mettere a fuoco fin dall’inizio della terapia gli obiettivi così come gli ostacoli che si teme di incontrare e le risorse di cui si pensa di disporre (ecco un esempio di scheda per la rilevazione degli obiettivi che può essere suggerita tra la prima e la seconda seduta o comunque a inizio percorso).

Compito complesso in ogni psicoterapia è individuare quali degli obiettivi, generali e specifici dell’approccio, sono realizzabili, in che misura (in relazione anche ai sintomi e disturbi da un lato e alle risorse e potenzialità del paziente dall’altro), in quale fase del percorso e con l’utilizzo di quali tecniche. In base soprattutto alla gravità dei sintomi e dei disturbi del paziente può essere utile distinguere interventi di tipo più supportivo e altri di tipo più esplorativo/trasformativo riducendo e selezionando gli obiettivi nel caso si riconosca l’opportunità di un intervento di tipo prevalentemente supportivo. Con molti pazienti, inoltre, definiti alcuni obiettivi realistici, può essere utile distinguerli in obiettivi a breve e lungo termine.

Riconoscimento delle fasi nella individuazione del piano terapeutico

[in fase di scrittura]

Scelta delle tecniche nella individuazione del piano terapeutico

[in fase di scrittura]

Valutazione dei tempi nella individuazione del piano terapeutico

[in fase di scrittura]

Conclusioni

[in fase di scrittura]

APPENDICE: Alcune definizioni di piano terapeutico”

“Un piano terapeutico è un documento strutturato che descrive gli obiettivi del trattamento, i metodi per raggiungerli, la durata stimata del trattamento e i criteri per valutare il progresso.”
APA Dictionary of Psychology, American Psychological Association (https://dictionary.apa.org)

“Un piano terapeutico è una descrizione individualizzata del trattamento psicologico concordato tra clinico e paziente, che include scopi, frequenza, durata e criteri di verifica del percorso.”
NICE Guidelines (UK), various mental health guidelines (www.nice.org.uk)

“Il piano terapeutico si sviluppa all’interno dell’alleanza di lavoro, che comprende l’accordo su obiettivi, compiti e legame terapeutico.”
Bordin, E. S. (1979). The generalizability of the psychoanalytic concept of the working alliance. Psychotherapy: Theory, Research & Practice.

“Il piano terapeutico in DBT (Dialectical Behavior Therapy)stabilisce gerarchie di obiettivi (comportamenti vitali, terapia-interferenti, qualità della vita), che guidano la selezione degli interventi settimanali.”
Linehan, M. M. (1993). Cognitive-Behavioral Treatment of Borderline Personality Disorder.

“Il piano terapeutico è una guida sistematica che collega la valutazione iniziale del paziente con gli obiettivi del trattamento e le strategie cliniche specifiche, attraverso un processo decisionale empiricamente fondato.”
Beutler, L. E., & Harwood, T. M. (2002). Prescriptive Therapy: A Practical Guide to Systematic Treatment Selection.

“È la sequenza intenzionale e personalizzata di interventi progettata per ridurre i problemi del paziente, migliorare il funzionamento e promuovere l’adattamento, fondata su una formulazione clinica dettagliata.”
Nezu, A. M., Nezu, C. M., & Lombardo, E. R. (2004). Cognitive-Behavior Therapy: Applying Empirically Supported Techniques in Your Practice.

“Il piano terapeutico, in una prospettiva integrativa, è una mappa flessibile che guida il processo terapeutico basandosi su una combinazione di strategie adattate alla complessità del caso individuale.”
Stricker, G., & Gold, J. R. (2006). Integrative Approaches to Psychotherapy.

“Il piano terapeutico è l’applicazione concreta della formulazione del caso: rappresenta la traduzione degli aspetti concettuali e diagnostici del caso in obiettivi terapeutici e interventi clinici specifici.”
Eells, T. D. (Ed.). (2007). Handbook of Psychotherapy Case Formulation.

“Il piano terapeutico è l’espressione operativa del trattamento e si basa su una formulazione integrata del caso, con obiettivi misurabili, strategie di intervento e una timeline di attuazione.”
Sperry, L. (2010). Case Conceptualization: Mastering This Competency with Ease and Confidence.

“Il piano terapeutico non è solo un elenco di interventi, ma un processo relazionale continuo che coinvolge terapeuta e paziente nella co-costruzione di obiettivi e mezzi per il cambiamento.”
Norcross, J. C., & Wampold, B. E. (2011). Evidence-Based Therapy Relationships.

AB Luglio 2025

Foto di Eden Constantino su Unsplash

 

 

 

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